
Che cos’è il male oggi? In che modo si può dire che le sue manifestazioni, le sue spinte, le sue modalità di aggredire il tessuto del mondo e delle persone che lo abitano si siano modificate?
“La prima pietra” cerca di portare alla luce quella cultura sottile della violenza che ci sommerge tutti rendendoci vittime e carnefici poiché ad essa succubi e spesso totalmente alienati. Troviamo semplice puntare il dito,… i notiziari ce ne offrono mille spunti. Troviamo ben più interessante, invece, rivolgere quel dito, quella pietra a noi stessi e lasciare che affondi per toccare le viscere.
Lo spettacolo pertanto è il tentativo di un’autoanalisi e vuole mettere in relazione la facoltà di pensare, la capacità di distinguere tra giusto e sbagliato, la facoltà di giudizio e le loro implicazioni sociali scandagliando le sfumature e le controversie dell’animo umano camminando sul filo teso della domanda “Ma io… quando sono violento?”. Sembra che una certa “terribile normalità” così come fu definita da Hannah Arendt nel suo scritto “La banalità del male”, comunemente ripudiata da una certa società, trovi luogo di manifestazione nell’intimo delle case così come nelle mani dei potenti senza che ciascuno sia cosciente e pensante in relazione alle proprie azioni.
Piccoli grandi violenze quotidiane, piccole grandi violenze sociali, piccoli grandi violenze mondiali scollate dalla percezione e dal pensiero del male stesso. “La prima pietra” è un corpo a corpo interiore per ricucire la distanza dagli esiti dei nostri atti distruttivi. Desidera essere un contributo alla sensibilità di ciascuno così erosa, gravemente indebolita e oggi più che mai prossima alla cancellazione.
LA PRIMA PIETRA
Ideazione e regia: M.Tagliavini
Interpreti: D.Ciccola; S.Lo Presti; P.Santandrea; M.Tagliavini
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